Le bellezze del Giappone in fotografia

Dal 20 maggio al 6 giugno 2003

Brescia

Mostra fotografica degli artisti giapponesi Watanabe Yoshio, Domon Ken e Ishimoto Yasuhiro

Molte e diverse sono le interpretazioni iconografiche che ci vengono offerte del Giappone: esse sono come le tessere di un mosaico rappresentante il paesaggio, la cultura del popolo, i suoi modelli e la sua organizzazione della vita.

La mostra Le bellezze del Giappone in fotografia allestita a Brescia, presso la LABA (Libera Accademia di Belle Arti), Via Don Vender 66, richiama all'attenzione del pubblico alcune tradizioni giapponesi certamente raffinate, ma in un certo senso trascurate negli ultimi decenni. Proposta dal Consolato Generale del Giappone di Milano, la mostra viene ad arricchire il rapporto privilegiato tra il Giappone e Brescia - rapporto iniziato già nel XVI secolo -, e si colloca nell'insieme delle iniziative che l'Associazione culturale italo giapponese "Fuji" sta proponendo nel bresciano per rendere sempre più profondo il dialogo culturale tra le due popolazioni. Patrocinata dal Comune e dalla Provincia di Brescia, la mostra presentata nelle principali città di America, Asia, Australia ed Europa (nel 2000 a Roma e presso l'Hermitage Museum di San Pietroburgo), ha trovato nella disponibilità della Laba la possibilità concreta di essere ammirata nel 2003 in Italia.


Circondato dappertutto dall'Oceano Pacifico, il Giappone è favorito dall'avvicendarsi delle stagioni e dalla bellezza naturale dei suoi paesaggi, per cui lo sviluppo culturale dei giapponesi, il loro modo di vivere e le loro credenze religiose sono collegati intimamente con la natura. Fin dall'antichità, la natura è stata oggetto di rispetto e venerazione in Giappone, considerato spesso il Paese degli dei che convivono con e nella natura. Letteratura, arte, architettura, giardini ed ogni espressione della vita sono strettamente connessi con la bellezza della natura e l'alternarsi delle stagioni.

È alla natura, ai templi incastonati negli stupendi scenari naturali giapponesi, lontani dalle megalopoli moderne, agli edifici inseriti perfettamente nello sfondo di montagne, boschi e paesaggi, che è dedicata questa mostra, composta da opere per lo più degli anni Cinquanta, dedicata a tre dei più grandi fotografi che hanno immortalato sulla pellicola le bellezze del Paese del Sol Levante.


La mostra presenta anzitutto i lavori di Watanabe Yoshio (nato nel 1907). L'artista ha avuto un ruolo importante nello sviluppo della fotografia giapponese del 20° secolo: nel 1973 divenne il vicepresidente della Società Fotografica del Giappone, mentre nel 1978 fu eletto presidente della medesima Società. Nel 1990 fu il primo fotografo insignito del titolo "Promotore emerito della cultura in Giappone". Watanabe ci rivela l'origine della cultura giapponese sintetizzata nel santuario shinto di Ise, che fu costruito, secondo le forme seguite ancora attualmente, durante l'epoca di Nara (8° secolo).

Uno dei leader del trend realistico della fotografia giapponese, Domon Ken ha documentato per molti anni le varie realtà del Giappone. Il lavoro più importante, tuttavia, è quello della serie dei "Pellegrinaggi agli antichi templi" (Koji Junrei). La maggioranza delle sue opere presentate nella esposizione bresciana sono parte di questa serie. Essa include le foto riprese in 39 templi buddisti giapponesi. Si tratta di una nuova visuale sulla bellezza e l'impatto dell'arte buddista, da cui traspare il senso mistico delle sculture e dei templi, soprattutto di Nara e Kyoto, del periodo che va dal 6° al 12° secolo

Ishimoto Yasuhiro, nato e cresciuto negli Stati Uniti, quando più tardi si trasferì in Giappone vi portò le idee e i principi della moderna arte fotografica occidentale. Qui all'artista venne commissionato uno dei lavori più interessanti della sua vita: produrre una serie di foto della villa imperiale "Katsura" del 17° secolo, essenza dell'architettura tradizionale del Giappone.
Ecco come i tre artisti e le opere esposte venivano descritti in occasione della mostra allestita a Roma nel 2000.
"Watanabe Yoshio, artista nato nella prefettura di Niigata, ha fotografato il santuario di Ise. Si tratta di una ricerca basata sulla armoniosa tensione dedicata ai particolari, sulla poesia degli oggetti, sul fascino della semplice bellezza delle strutture architettoniche.
Ishimoto Yasuhiro, nippo-americano detenuto nei campi di concentramento statunitensi durante la seconda guerra mondiale, ha invece fermato nei suoi scatti la sublime essenzialità della Villa Katsura. Locali spogli, geometrie sottili, aspetti compositivi avvicinabili a certe tendenze della pittura astratta dei primi del novecento per un lavoro fotografico di rara eleganza. Tutto in un perfetto bianco e nero in grado di restituire al fruitore la perfetta costruzione concettuale degli spazi.
Infine, Domon Ken, forse il meno dotato di questo trio di fotografi, propone uno studio, comunque interessante, sul periodo buddista Heian e sulle forme veicolate dalle immagini e dalle sculture di un'epoca che ha lasciato segni di notevole livello estetico".