Ottobre, 2024
Venimmo a conoscenza del Santuario di Miyajidake mentre stavamo programmando il viaggio per visitare la prefettura di Saga, nel Kyushu.
Le informazioni online puntavano soprattutto ad evidenziare lo spettacolo offerto dal cosiddetto “sentiero di luce” che si può ammirare dal santuario al tramonto solamente pochi giorni all’anno. Oltre a quello venivano richiami tre oggetti, definiti come “i tre migliori del Giappone”.
Per una serie di coincidenze favorevoli, come il periodo propizio e la vicinanza alla città di Fukuoka, nella quale avevamo programmato di arrivare in volo da Tokyo, decidemmo di farci una visita.
Dalla stazione ferroviaria della città di Fukuoka, Hakata-eki, in circa 20 minuti si raggiunge la stazione di Fukuma e da qui si può prendere un autobus di linea che ferma proprio ai piedi del santuario.
Noi facemmo in modo di arrivare nei pressi del santuario con un paio di ore di anticipo sul tramonto, in modo da visitarlo con calma con la luce del giorno. Prima di intraprendere la salita al santuario, costruito su una collina non tanto alta, acquistammo il famoso “Matsugae Mochi”, il “mochi” grigliato a forma di pino “a tre livelli”, tipico della città di Fukutsu e simbolo del santuario. Viene preparato al momento, con uno stampo di ferro, così che risulta croccante di fuori mentre all’interno la pasta di fagioli rossi è morbida e caldissima!

Affrontammo poi subito le scalinate che portano sulla collina del santuario, così da farci un’idea di dove sarebbe tramontato il sole e fin da subito ci rendemmo conto che ci sarebbe stato qualcosa di bello da vedere!

Ci incamminammo quindi verso il santuario. È immerso nel verde e l’atmosfera è tranquilla. È stato fondato circa 1.700 anni fa e onora l’imperatrice Jingu, che, secondo il Kojiki e il Nihon Shoki, soggiornò in questa zona durante la sua visita in Corea.

Ospita tra l’altro una grande tomba megalitica che, per via della quantità di reperti in oro rinvenuti, tra i quali spiccano una corona, una spada e l’equipaggiamento di un cavallo, si ritiene custodisse le spoglie di un re del Kyushu settentrionale. Per la presenza di tali ricchezze, la divinità del santuario è stata venerata come una portatrice di fortuna e prosperità negli affari.

Ritenuta una divinità senza pari, al santuario sono stati donati tre oggetti altrettanto straordinari e definiti “i tre migliori del Giappone”: una corda sacra (shimenawa), un tamburo e una campana.
La corda sacra è di dimensioni davvero impressionanti. In realtà sembra che oggi la corda sacra più grande del Giappone sia, di poco, quella del santuario di Izumo, ma questa di Miyajdake ha la particolarità di essere ricostruita tutti gli anni.


Il tamburo e la campana sono stati per molto tempo i più grandi del Giappone. Oggi il tamburo viene suonato solamente a mezzanotte del 1° gennaio e il suo suono può essere udito a diversi chilometri di distanza. Entrambi vengono custoditi all’interno di un piccolo edificio nei pressi del santuario.


Nel 2010 poi, sull’edificio principale è stato costruito un tetto dorato, come a rappresentare la corona ritrovata nella tomba.
L’oro si ritrova anche nel “sentiero di luce” che i raggi del sole creano al tramonto, riflettendosi sul lastricato ai piedi del santuario nei giorni attorno al 20 febbraio e al 20 ottobre di ogni anno.
Quando noi visitammo il santuario era il 12 ottobre e la strada di luce era ben visibile e ci ha offerto uno spettacolo straordinario. Il giorno 20 il sole scende sotto l’orizzonte proprio in linea con la strada perfettamente diritta di circa un chilometro e mezzo che dalla spiaggia conduce al santuario.

Il giorno 12 il sole sorpassa di poco la strada, ma il “sentiero di luce” è perfettamente visibile e probabilmente è stato meglio arrivare con qualche giorno di anticipo. Infatti, già quel giorno le persone intervenute erano alcune decine e lo spazio è abbastanza limitato. A cavallo del 20 poi si tiene un festival, con accessi limitati e con i posti migliori a pagamento.
A febbraio non so quanti siano i giorni durante i quali si può ammirare il “sentiero di luce”, ma ad ottobre il mio consiglio è quello di evitare la settimana del festival e di anticipare di qualche giorno la visita al santuario!
In ultimo, nella parte posteriore del santuario, quella che viene chiamata “OKU NO MIYA”, sono presenti anche otto piccoli santuari, tutti raccolti in un’area circoscritta. Ci sono ad esempio i santuari delle Sette Divinità della Fortuna, quello di Inari e quello di Fudo, realizzato all'interno della tomba megalitica che è anche la più grande tomba antica del Giappone a camera di pietra di tipo orizzontale.


I santuari sono visitati sin dall’antichità e si crede che visitando ogni santuario, si possa esaudire un grande desiderio. Naturalmente noi li visitammo tutti!