Visita con pernottamento a Shirakawa-go

Maggio, 2024

Chotto yuuenchi mitai” ("sembra un po’ un parco divertimenti"), è stato il commento di Yasuko all’arrivo a Ogimachi (Shirakawa-go) dopo avere visto i numerosi ed eccitati turisti, soprattutto stranieri, che stavano visitando il piccolo villaggio di montagna.

In effetti in giro per le stradine c’era più gente di quanta ricordavo ce ne fosse stata durante la mia visita di dieci anni prima, ma tutto sommato non era poi così tanta, ed il villaggio pur essendo piccolo e visitabile interamente a piedi, è stato in grado di accogliere tranquillamente tutti, riuscendo comunque a trasmetterci l’atmosfera della vita rurale di un tempo.

La nostra escursione a Ogimachi era iniziata dalla città di Kanazawa, dove ci eravamo imbarcati sull’autobus che ci ha portato direttamente al villaggio. Ricordo di avere trascorso praticamente tutto il tempo a guardare ammirato i campi di riso. Non ne avevo mai visti così tanti tutti insieme! La prefettura di Ishikawa, dove risiede Kanazawa, è infatti ben conosciuta come area di produzione del sake grazie alle condizioni climatiche favorevoli ed al terreno adatta alla crescita di un buon riso.

Una volta arrivati al villaggio ci siamo diretti subito all’osservatorio di Shirayama sulla cima di una collina vicina, sfruttando la navetta che in una decina di minuti fa da spola tra sopra e sotto. La posizione è sicuramente scenografica! Si può raggiungere l’osservatorio anche a piedi ma se volete la comodità appena arrivati prendete nota dell’orario delle navette, perché non ce ne sono tantissime.

Il villaggio è conosciuto per le sue tipiche abitazioni con il tetto di paglia di riso a forma di “mani in preghiera”, costruito con un’angolazione tale da non permettere l’accumulo della neve, che in inverno è spesso consistente. La maggior parte delle abitazioni è stata modernizzata internamente, ma la parte esterna viene invece mantenuta nello stile tradizionale. 

Alcune abitazioni sono comunque rimaste inalterate anche interamente e vengono usate come musei privati. Noi abbiamo visitato la casa WADA dove un tempo veniva allevato il baco da seta. Alcune didascalie, poche in inglese, forniscono uno spaccato della vita di un tempo ed illustrano la storia della regione.

Dato che avevamo programmato di fermarci per la notte, abbiamo avuto il tempo di visitare tranquillamente anche il museo all'aperto, realizzato recuperando da varie località diversi edifici inutilizzati, tra i quali anche un mulino ad acqua ed un santuario. Il museo è raggiungibile a piedi dal villaggio.

Fermarci per la notte ci ha dato la possibilità di vedere un villaggio molto più tranquillo, dove le uniche persone in vista erano i pochi residenti e i gestori delle locande, intenti, soprattutto al mattino presto, nelle faccende domestiche.

La locanda dove ci siamo fermati si chiama MOGAEMON https://yado-magoemon.com/ , gestita familiarmente, ed in quel momento conduceva solo 3 camere. La padrona di casa ci raccontava che a causa della pandemia avevano dovuto ridurre il numero degli ospiti riducendo della metà le stanze e unendole a due a due avevano ricavato degli alloggi più grandi ma anche un po’ più costosi.

La nostra permanenza per una notte è costata 48400 Yen con incluso cena e colazione in stile giapponese cucinate con prodotti locali.

Mi raccomando, se andrete a visitare questo villaggio, fermatevi anche per la notte!

Massimiliano