Mostra personale della pittrice giapponese - TOYOMI NARAInaugura sabato 8 maggio 2004 alle ore 18.00 presso Images, a Vicenza, una mostra personale di pittura dell’artista giapponese Toyomi Nara.Toyomi Nara è nata a Tokyo, dove ha frequentato l’Accademia d’Arte, ma da alcuni anni risiede in provincia di Vicenza, dopo essersi stabilita in Italia a seguito di alcuni viaggi, attratta dalla fascinazione per la storia dell’arte e il restauro.Le sue opere di pittura sono eseguite con una tecnica particolarissima secondo una tradizione giapponese in uso dal XVI al XIX secolo, composta dipingendo con pigmenti naturali diluiti in colle animali su preziosa carta di riso applicata su tavola in legno. La lentezza del procedimento e la reiterazione del gesto preparano con misurata armonia i fondi e le velature dei dipinti, che necessitano di precisione e ritualità . I colori e i supporti sono all’origine per loro stessa essenza materiali pregiati, come nei metodi antichi, ed essendo difficili da reperire in Italia provengono direttamente dal Giappone.L’arte di Toyomi traccia un mondo sereno, affabulatorio, in cui la narratività del soggetto diventa piacere per lo sguardo, compiacimento di momenti delicati e intimisti.La staticità , il soffermarsi dei soggetti in pose armoniose e meditate, la descrizione del sonno puro dei piccoli che dormono, incantano come una musica lieve, raccogliendo il sentimento tenero e accorto di una sensibilità tutta orientale, dolce e pacata.Il senso dei vuoti e dei pieni, tra le zone contrassegnate dall’incidere del segno e dal dilagare del colore, è importante nel delimitare il tracciato dei piani di visione per lasciare all’immaginazione e al riposo visivo quella spazialità sospesa che si ritrova nell’arte giapponese dello ukiyoe, dello zen e delle cerimonie: uno spazio lasciato alla natura, da riempire visivamente da soli, per cogliere il silenzio e il pensiero, per permettere un tempo lento di fruizione. La prospettiva non ha senso d’essere in una figurazione rappresa e conclusa nell’espandersi degli affetti, come in quelle “immagini fluttuanti” con cui i maestri della pittura giapponese hanno influenzato tutta una tradizione modernista del nostro fare arte occidentale.Le tematiche delle pitture di Toyomi Nara riprendono la tradizione dell’arte giapponese, volgendola ad una connotazione personale nella preferenza dei soggetti: dalle rappresentazioni quasi astratte di elementi della natura o di madri in attesa create, come afferma l’artista, per “dipingere la vita stessa”, per dichiarare anche come sia difficile essere una donna artista in Giappone, ai bambini, soggetti prediletti degli ultimi tempi.Il suo sguardo al femminile può essere posto in parallelo a quella fervida ricerca che gli studi universitari statunitensi di storia dell’arte chiamano da decenni la gender art history, indagando come le donne si occupino di arte e come il loro “vedere” attraverso e mediante la produzione d’arte costituisca dei canoni diversi da quelli maschili per un senso del guardare il mondo con occhi e canoni diversi (la contrapposizione dell’atto del “to gaze” al maschile e del “to look” al femminile, che appare anche nei quadri degli impressionisti francesi e delle loro compagne).Il valore dell’innocenza dello sguardo e del giudizio sul mondo senza falsità è inoltre quello dei bambini, che vorrebbe suggerire agli adulti l’importanza dell’ironia, del riso, della leggerezza, del saper trattenere carezze e affetto.Talvolta sulle carte di Toyomi aleggia un piccolo senso di nostalgia per ciò che ruba il tempo che scorre: la presenza del destino tracciato dall’oroscopo, un gioco che rotola, un buffo cerotto sulla fronte della sorellina, un viso di bimbo che fa capolino dalle fasce ricordano che la vita è un susseguirsi di stagioni e che i colori della primavera possono arricchirsi di sfumature più cariche e diventare fondi ricchi e caldi come stoffe di kimono, intassellature di foglia d’oro e baluginii d’argento, avviluppati ramages di campanule e caprifoglio, per raccontare storie che parlano di fanciulle e animali domestici, guanciali e calligrafia, per riprendere la lentezza dello sguardo e la spontaneità .(Stefania Portinari)NOTE BIOGRAFICHE Nata in Giappone, a Tokyo, ha frequentato l’Accademia di Arte Giapponese, diplomandosi in tecnica di pittura antica.Attratta dall’arte del Quattrocento italiano, visita più volte l’Italia; frequenta corsi di pittura, di icone sacre e restauro, di arte-terapia. Vive a Costozza (Vicenza). INFORMAZIONI SULLA MOSTRA corso Fogazzaro 146, Vicenza Dal 8 al 22 maggio 2004 - Orario: da martedì a sabato (9:30-12:30 e 16:00-19:30)chiuso lunedì mattinaIngresso liberoRecapito telefonico: Tel. 0444 325110